EDUARDO
CALIENDO
(1922 – 1993)
Primo
dei due figli di Ettore, viene accolto dal padre nel mondo della musica con
grande entusiasmo. Infatti, appesa alla sua culla, appare in bella mostra
una piccola chitarra “Filano” che predice e simboleggia la sua
futura grande passione della vita.
Memorabile, in occasione del suo primo onomastico, è la canzone “d’occasione”
composta dallo stesso padre, su versi del celebre poeta Pasquale Cinquegrana,
già autore di tanti successi (“Ndringhetendrà”,
“Furturella”, “ ‘E bersagliere”, etc....).
La canzone è “Serenatella piccerella” e viene eseguita
in anteprima , il giorno di Sant’Eduardo, da un’ orchestra intera
di chitarre e mandolini sotto.....il balcone di casa Caliendo in via S.Maria
Antesaecula, nel quartiere Sanità.
Cresciuto a biscotti e...melodie napoletane, Eduardo mostra prestissimo il
suo talento chitarristico. A soli 9 anni già esegue con maestrìa
le canzoni del patrimonio artistico partenopeo.
Comincia gli studi classici con Pasquale Serrano, componente, come il padre
Ettore, dell’Accademia Calace ed entra presto a far parte di varie formazioni
strumentali, spaziando con disinvoltura dalla musica colta alla canzone napoletana,
della quale, grazie alla sua sensibilità artistica, avrà per
tutta la vita un crescente culto ed amore.
Prezioso perfezionista e raffinato tecnico dello strumento, viene invitato,
nel 1953, dal Prof. Marciano,per dirigere uno dei primi corsi di chitarra
classica presso il Liceo Musicale di Napoli, che desta grande interesse nazionale.
Negli anni 50 e 60, comincia , inoltre, a legare il suo nome ad una napoletanità
di alta tradizione musicale. Collabora con Michele Galdieri, Ettore
De Mura, Giovanni Sarno, Max Vajro , Mario Stefanile e Roberto De Simone.
Ogni domenica mattina il popolo partenopeo ascolta “Spaccanapoli”
in radio, di cui Eduardo cura la parte musicale e accompagna i più
importanti cantanti dell’epoca, Sergio Bruni, Roberto Murolo,
Amedeo Pariante e tanti altri. Con Murolo, in particolare, instaura
una strettissima collaborazione che sfocierà in un progetto, edito
Durium, che tuttora rappresenta la più importante e minuziosa collana
di canzoni napoletane incisa su vinile: Antologia della canzone napoletana.
Roberto, con la sua voce calda e intensa, interpreta deliziosamente nell’Antologia
tutte le “pagine” più importanti della storia musicale
partenopea dal 1200 (Canto delle Lavandaie) fino agli anni 60. Eduardo è
l’anima del progetto. Intraprende un grande lavoro di ricerca, di scrittura
musicale, di trascrizione ed arrangiamento oltre a suonare, con il suo “tocco”
inconfondibile, la sua chitarra, unico strumento protagonista. Solo nelle
prime incisioni, la sua esecuzione viene affiancata da quella di Alberto
Continisio.
Comincia, negli stessi anni, un periodo denso di impegni e soddisfazioni :
dischi, programmi e documentari RAI e per la TV francese, colonne sonore di
film ( “Tre passi a Nord”, “Un marito per Anna Zaccheo”),
spettacoli teatrali (anche con il suo grande “omonimo” De
Filippo) , partecipazioni ad opere del San Carlo come chitarra solista
, concerti
(a Parigi : Salle Gaveau, Teatro dei Campi Elisi,
a Roma nel Teatro Sistina e al Teatro delle Arti, al Conservatorio San Pietro
a Maiella di Napoli e all’Accademia), e recitals da solista
e in complessi da camera.
Tra un impegno e l’altro.....trova il tempo di legarsi, sentimentalmente,
all’ artista Vincenza Paesano (in arte Enza Dorian),
cantante lirica che predilige il repertorio napoletano e lo porta in giro
per il mondo (Canada, Sud America, Belgio) affianco a grossi personaggi dell’epoca
(Nunzio Gallo , Tito Schipa jr, Pina Lamara , Vera Nandi, Achille
Togliani).
Nella vita di Eduardo, grande ricercatore e musicologo, l’amore per
la chitarra lo spinge a dedicarsi con tutto se stesso all’ attività
didattica.
La sua scuola, intitolata al chitarrista partenopeo Ferdinando Carulli,
è inevitabile mèta di tanti giovani e non, appassionati dello
strumento.
Diventa un punto di riferimento del fermento artistico cittadino. Maestro
di chitarra, di napoletanità e di vita. Con la sua grande personalità
e cultura si fa amare e stimare dai propri allievi che traggono da lui insegnamenti
tecnici ma sopratutto esempi di dedizione al proprio lavoro ed imparano ad
amare la propria città, Napoli, con tutte le sue tradizioni e contraddizioni.
Il suo studio in via Aniello Falcone è un irripetibile contenitore
di oggetti e di atmosfera partenopea: Una eccezionale collezione di Pulcinella,
in sculture e quadri, libri e partiture ovunque, opere pittoriche di grandi
maestri napoletani, chitarre di ogni epoca e misura, mandolini e strumenti
tradizionali.
Tra i suoi allievi, oltre ai già citati Sergio Bruni e Roberto Murolo,
tanti altri artisti che di lì a poco avrebbero brillato nel firmamento
della musica napoletana e mondiale: Edoardo ed Eugenio Bennato, Fausto
Cigliano, Patrizio Trampetti, Fausta Vetere, Corrado Sfogli, Mauro Di Domenico
e, ancora, i concertisti Mimmo D’Aquino, Mauro
Quattrocchi, Mario Fragnito e Lucio Materazzo, alcuni
dei quali, oggi, docenti di Conservatorio.
Nel 70, egli riceve, a Castellammare, il premio Carulli, per i suoi meriti
artistici e didattici.
Dal 1972, Eduardo accetta di dirigere la cattedra di chitarra del Conservatorio
“D.Cimarosa” di Avellino. Inoltre è sovente
membro di Commissione di esame , sia di Conservatorio che di concorsi chitarristici
nazionali ed internazionali.
Autore raffinato di brani per chitarra solista (“Tarantella”,
“Fantasia ‘e culure” “Moresca” “Orientale”,
”Cale Capresi” “Alghe Marine”, “Tarantella cu’
Pulicenella”, “Voci dal mare”,etc....), molte di esse edite
dalla Bèrben, si è anche cimentato nella composizione di canzoni,
su testi di Maria Murolo, Pisani, Tolino e De Liguori. Con Roberto Murolo
scrive una commuovente preghiera, “Amore Signore”.
Eduardo, un’ artista che Napoli ha amato e che ha lasciato un segno
indelebile nel mondo della musica cittadina e non.
Giuseppe Marotta, gli dedicò la poesia “'A
chitarra” , e altri versi gli furono dedicati dal celebre pittore
e poeta Giovanni Panza.
Alla sua dolorosa scomparsa, i suoi “storici” allievi, vollero
organizzare uno spettacolo in sua memoria.
In un Teatro Mercadante gremito di persone, il 3 Gennaio
1994, si esibirono tutti i suoi “discepoli” e amici di sempre:
Bennato, Sergio Bruni, Murolo, la Nuova Compagnia di Canto Popolare,
riunita per l’occasione con i componenti “storici” Peppe
Barra, Giovanni Mauriello, e , naturalmente Trampetti, Sfogli, Fausta
Vetere ed Eugenio, poi, i grandi concertisti Alirio Diaz,
venuto apposta dal Venezuela , Mario Gangi, Umberto Leonardo,
il duo Fragnito-Matarazzo, Mauro Di Domenico, con il padre
Lello. Una citazione particolare merita l’ esibizione della sua famiglia
nell’ interpretazione di “Serenatella Piccerella”, quella
canzone che, dopo 70 anni, accompagnava la sua anima, come nella nascita,
verso il riposo eterno. Sul palco il fratello Mario con il mandolino del padre,
i nipoti Adele, Ettore (con la moglie Angela), Rossella e Gianfranco a cui
toccò imbracciare,per la prima volta, la amata, inseparabile chitarra
di zio Eduardo. La “Gallinotti”, compagna di una vita d’artista
, di un grande napoletano che, come disse Roberto De Simone alla sua scomparsa,
apparteneva ad una specie in via d’estinzione.
Il
14 Marzo 2003, anche Roberto Murolo,
all’età di 91 anni, raggiunge i suoi amici “grandi napoletani”.
E’ un momento molto triste per tutta la città di Napoli.
Sul giornale IL MATTINO del giorno dopo si leggono le parole di un altro grande
artista napoletano, Pino Daniele, che ricorda così, testualmente, Roberto
ed Eduardo :
“.....Io ho avuto il privilegio di incontrare Roberto, di incrociare
la mia chitarra con la sua voce, di emozionarmi pensando quando al suo servizio
c’era la sei corde di un maestro chiamato Eduardo Caliendo. Ecco, ho
fatto un sogno, che Murolo, Carosone e Caliendo si ritrovino, chissà
dove, per formare il più strepitoso trio della storia della musica
napoletana, anzi, italiana......” .